Una donna ha ucciso Michael Maisner, l’ha smembrato con una motosega comprata con i suoi soldi e ha bruciato il corpo.
Il caso che ha coinvolto una donna, Marisa Jean Rodriguez, 37 anni, è uno dei più sconvolgenti mai trattati da un tribunale della Pennsylvania. Nel 2023, la donna ha ucciso Michael Maisner, 66 anni, dopo mesi vissuti nella soffitta della sua casa a Summit Township, vicino Erie. La relazione tra i due si basava sull’ospitalità: Maisner, in attesa di un intervento all’anca, le aveva permesso di restare per aiutarlo nei lavori domestici.
Il 12 aprile 2023, preoccupati per l’assenza prolungata di Maisner, i familiari si sono recati a casa sua e hanno trovato Rodriguez nascosta nell’attico. Il giorno seguente, le autorità hanno effettuato un controllo e scoperto segni di violenza, sangue, vestiti macchiati di candeggina e scritte bizzarre sui muri. In cortile, nel firepit, sono stati trovati resti umani carbonizzati, tra cui ossa, frammenti di occhiali e parti di tappeto.

L’omicidio e l’occultamento del cadavere
Rodriguez ha sparato alla vittima alla testa e al torso. Dopo l’omicidio, ha usato una motosega comprata con la carta di debito di Maisner per smembrarne il corpo. Ha speso circa 600 dollari in un Walmart il 3 aprile 2023, pochi giorni prima della scoperta, acquistando tra le altre cose proprio la motosega. Ha poi bruciato i resti nel cortile della vittima.
Le prove digitali e la condanna
Le ricerche online di Rodriguez hanno inchiodato la sua responsabilità: tra le frasi trovate sul suo telefono figurano «come sparare a qualcuno», «quanto ci vuole per bruciare un cadavere» e «come tagliare un cadavere con una motosega». Gli investigatori hanno anche recuperato foto e video in cui Rodriguez appare accanto al corpo senza vita di Maisner, con una ferita da arma da fuoco alla testa. In uno dei video si vede ottenere il PIN della carta bancaria della vittima.
Dopo aver lasciato la scena del crimine, Rodriguez ha guidato la Cadillac STX di Maisner per circa 64 km fino a New York, dove è stata arrestata per furto d’auto. Durante l’interrogatorio, ha ammesso di aver vissuto per mesi nell’attico e ha affermato: “Non so come sia morto, ma è morto“. In udienza, ha interrotto una testimonianza dicendo: “Sono colpevole” e subito dopo: “L’ho fatto a pezzi“.
Inizialmente ritenuta incompetente per essere processata, è stata successivamente giudicata colpevole ma mentalmente instabile, in quanto affetta da schizofrenia, secondo un’analisi psichiatrica. Aveva anche scritto lettere sconnesse al suo avvocato, in cui parlava della Bibbia e affermava che “i gatti erano i suoi migliori amici”.
Come riportato da lawandcrime.com, il giudice Daniel J. Brabender Jr. ha inflitto la pena massima prevista: 40-80 anni di reclusione, definendo il caso come “la peggior sequenza di fatti” mai ascoltata in aula.